
Lo scorso 22 luglio Ozzy Osbourne ci ha lasciati.
Ozzy Osbourne, pseudonimo di John Michael Osbourne, è deceduto all’età di 76 anni a Birmingham, dopo una lunga battaglia contro il morbo di Parkinson che lo tormentava già da alcuni anni.
Le circostanze più precise sulla sua morte non sono state divulgate, ma sappiamo dal post ufficiale sui social che Ozzy è passato a miglior vita circondato dai suoi cari.
Ozzy era infatti molto amato sia dalla sua famiglia che da molti dei suoi colleghi e amici.
Due matrimoni, cinque figli, di cui due con la prima moglie Thelma Riley (1971-1982) e tre con la seconda, Sharon (sposata nel 1982), quest’ultima non soltanto una devota compagna ma anche la sua abilissima manager.
Ozzy non possedeva una gran voce, forse aveva quella che definiremmo una voce caratteristica, senza fronzoli, ma essenziale per fondersi con l’insuperabile, inconfondibile sound dei BLACK SABBATH, la band che ha fondato a Birmingham nel 1968 con Tony Iommi (chitarra), Geezer Butler (basso) e Bill Ward (batteria).
Quel sound così cupo, seducente e spettrale, precursore di tempi, che ha influenzato intere generazioni e che forse va anche oltre lo stesso heavy metal, o più precisamente dark metal, di cui Ozzy e compagni ad oggi sono i definitivi padrini.
Brani come “Paranoid”, “War Pigs”, “Sabbath Bloody Sabbath”, “Iron Man” sono nati per entrare nella storia.
In parallelo alla mitica band, scioltasi definitivamente nel 2017, e alla sua carriera solista, la vita di Ozzy scorreva fatta di continui alti e bassi e segnata dalle dipendenze.
Il cammino della riabilitazione è stato lungo e faticoso grazie anche al supporto della tenace ed amorevole Sharon. Nonostante tutto, nonostante l’aspetto così dark dei suoi anni di maturità, eternamente in nero, con collane con croci al collo, da cui poi il nome di “Principe delle Tenebre”, Ozzy è rimasto sempre genuino e sorprendentemente garbato e gentile con tutti.
Qualcosa che ci rimanda al suo grande amico e compianto Lemmy Kilmister, l’indimenticabile leader dei MOTORHEAD, anche lui un duro dal cuore tenero.
Nel gennaio del 2020, durante un’intervista a “Good Morning America”, Ozzy rivela di essere affetto dal morbo di Parkinson, scoperto durante un intervento chirurgico alla colonna vertebrale dovuto ad una caduta. La malattia, che si è presentata in forma lieve, nel tempo è andata peggiorando.
Ozzy non si arrende, continua a fare progetti, a programmare tour che poi verranno inesorabilmente cancellati, mentre si sottoporre anche a pesanti terapie non tutte di successo.
Nel settembre 2022 viene pubblicato il suo ultimo album “Patient Number 9”, prodotto da Andrew Watt e che vede la partecipazione di molti nomi noti ed amici quali Tony Iommi, Zakk Wylde, Eric Clapton, Jeff Back, Josh Homme, Taylor Hawkins…
L’album, che balza subito al secondo posto delle classifiche britanniche, si rivela il miglior debutto in 42 anni di carriera.
Ottiene quattro nomination ai Grammy Award 2023, vincendone due come migliore album rock e miglior interpretazione metal.
Il 1 febbraio 2023 Ozzy annuncia il suo definitivo ritiro dai tour per problemi di salute.
Ma la svolta finale arriva proprio in queste ultime settimane quando, come già annunciato il 5 febbraio 2025, ha luogo l’ultimo storico concerto.
L’evento , denominato “Back To The Beginning”, si svolge al Villa Park di Birmingham il 5 luglio 2025.
Ozzy ha voluto così salutare i suoi fan prima di questo definitivo ritiro dalle scene.
I BLACK SABBATH, nella formazione originaria (Ozzy con Tony Iommi, Geezer Butler e Bill Ward) suonano insieme per l’ultima volta nella loro amata città, dove tutto è iniziato.
Per i quasi 45 mila spettatori l’esperienza è irripetibile.
Ozzy saluta il pubblico dicendo: “È il momento di tornare a casa, dove tutto è iniziato. Questo è il mio regalo a Birmingham”.
Molti gli artisti intervenuti per l’occasione: dai Guns’n Roses, con l’armonia ritrovata tra Axl e Slash, che eseguono una splendida versione di «Sabbath Bloody Sabbath», ai Metallica, a Steven Tyler, Tom Morello e Ron Wood. E poi gli Anthrax, i Tool, gli Slayer, Nuno Bettencourt, Yungblud, Chad Smith e Travis Barker tra i batteristi e l’immancabile Zakk Wylde, tutti appunto debitori in qualche modo a Ozzy e compagni.
E chi non è potuto venire manda messaggi come gli AC\DC, Marylin Manson o Elton John.
Con un filo di voce Ozzy non vuole rinunciare al suo set di cinque brani seduto sul suo iconico trono con pipistrello.
Chissà, forse sapeva che la fine era vicina?
Non lo sapremo mai, ma certo è che nel backstage Ozzy appare sì sofferente ma ancora vigile, mentre partecipa ad ogni situazione come di rito.
La notizia della morte dunque lascia tutti un po’ sorpresi, Tony Iommi in testa convinto che Ozzy sarebbe vissuto ancora per un po’.
Moltissime le manifestazioni di affetto da ogni parte del mondo: c’è chi è stato suo amico di lunga data, chi lo ha semplicemente conosciuto di persona, chi lo ritiene un mentore, chi lo ricorda per un concerto o un brano, ma veramente tutti lo hanno omaggiato, persino gli OASIS durante il loro Reunion Tour ancora in corso.
La sagoma scura, i capelli lunghi sulle spalle, gli occhiali con lenti circolari, gli iconici anelli e collane… Ci mancherai Principe delle Tenebre e ti auguriamo ora di aver trovato la pace.